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Biomonitoraggio Sebiomag

 

Il progetto SEBIOMAG (Studio epidemiologico biomonitoraggio umano nell’area di Gela) si propone di stabilire in che misura sono stati assorbiti gli inquinanti e quanto si sono accumulati nel sangue (carico corporeo).
Lo studio è stato finanziato nel 2007, e si è concluso con la consegna dei risultati nel luglio 2009.

Descrizione

La stima dell’esposizione sarà possibile con un’accurata descrizione del livello di assorbimento di sostanze inquinanti (analisi del sangue) e attraverso l’esame delle informazioni fornite dal questionario (stile di vita, lavoro, alimentazione, malattie) essenziali per interpretare i risultati delle analisi di laboratorio.
Negli anni precedenti erano sono state raccolte molte informazioni sull’inquinamento, in particolare da quando i territori dei comuni di Gela, Butera, Niscemi erano stati dichiarati ad elevato rischio di crisi ambientale (nel 1990). Da allora sono stati fatti studi sull’ambiente e sulla salute della popolazione e sono emersi problemi di inquinamento ambientale ed eccessi per alcune patologie, su cui è importante fare degli approfondimenti.
A partire dalla necessità di bonificare il territorio nel più breve tempo possibile, riconosciuta anche con l’istituzione di un sito di interesse nazionale a Gela nel 2000, si è ritenuto opportuno effettuare una indagine per monitorare il livello di esposizione delle popolazioni ad inquinanti ambientali.
Ciò contribuirà ad aumentare le conoscenze sullo stato di salute nell’area e a costruire un sistema di sorveglianza epidemiologica, con l’obiettivo di dare una corretta misura dei rischi, evitare la sottostima di problemi realmente esistenti e gli allarmi ingiustificati, preparandosi a misurare gli effetti degli interventi che saranno effettuati, come quelli di risanamento e bonifica.

Attività

SEBIOMAG, ha misurato la concentrazione nel sangue di un campione della popolazione delle seguenti sostanze:
♦ policlorobifenili (PCB) diossina-simili e non diossina-simili,
♦ polibromodifenil eteri (PBDE),
♦ metalli pesanti, come cadmio (Cd), mercurio (Hg) e piombo (Pb)
♦ altre sostanze chimiche considerate dalla Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (La Convenzione di Stoccolma sui Persistent Organic Pollutants approvata dalla Comunità europea nel 2004 impegna i paesi firmatari a ridurre/eliminare dall’ambiente una lista di inquinanti organici persistenti pericolosi).
Questi inquinanti, prodotti da processi industriali o presenti in natura, hanno comportamenti diversi nell’ambiente: possono entrare nel terreno, essere trasportati dal vento e dall’acqua anche in zone lontane dall’emissione, contaminare vegetali e animali ed entrare così nella catena alimentare, con possibilità di arrivare fino all’uomo.
Essi sono presenti nei liquidi biologici in concentrazioni solitamente ridotte, a volte più elevate: ciò dipende dall’esposizione, cioè dall’assorbimento attraverso inalazione (via respiratoria), contatto (via dermica) e ingestione (via alimentare). Ciascuno degli inquinanti ha tempi e modi diversi di ingresso, permanenza ed eliminazione dal corpo umano e caratteristiche specifiche di accumulo nei tessuti e negli organi.

Lo studio epidemiologico ha previsto:
♦ un’intervista tramite questionario, con domande che riguardano le abitudini di vita e l’ambiente, la storia medica del soggetto e informazioni su dieta alimentare, storia lavorativa e riproduttiva, tutte informazioni indispensabili per interpretare i dati analitici che verranno ottenuti;
♦ il prelievo di campioni di sangue sui quali verranno effettuate analisi per determinare il livello di assorbimento delle sostanze inquinanti.
Il questionario è stato somministrato a 310 persone, residenti nei comuni di Gela, Niscemi e Butera.
Il campione della popolazione è costituito da soggetti che volontariamente acconsentiranno al prelievo di sangue e all’intervista, tra quelli selezionati dall’elenco dei residenti a Gela, Niscemi e Butera, mediante sorteggio casuale per sesso ed età, in modo da rappresentare la struttura demografica della popolazione. La fascia di età va dai 20 ai 44 anni, perché molti dei parametri oggetto di biomonitoraggio sono associati con l’età, in quanto si accumulano nel tempo. Inoltre per le donne l’interesse maggiore ricade sul periodo di fertilità.

Risultati

I valori dell’arsenico rilevati sono più alti dei valori di riferimento in popolazioni non esposte, e indicano circa il 20% dei donatori esaminati, distribuiti nell’area della città in modo piuttosto omogeneo – siamo andati a vedere l’abitazione di chi era risultato più esposto, infatti. Il fenomeno di esposizione è dunque risultato ampio e diffuso. Altri composti vengono trovati nei tessuti di un numero molto più limitato di persone: rame, piombo, cadmio e mercurio e in quantità molto scarse antimonio, selenio, tallio, berillio, vanadio, simili a quelli che in altri casi si ritrovano nella popolazione generale. Per le altre sostanze cercate i valori sono molto bassi, con pochi valori alti in soggetti che hanno svolto professioni a rischio (ad esempio, pochi casi in cui è stato rilevato il DDT).
Dallo studio emergono indicazioni molto chiare: le analisi vanno ripetute per comprendere meglio la tipologia delle sostanze rilevate, in particolare se l’arsenico che si è trovato è organico o inorganico; va fatto un monitoraggio attento nell’ambiente, per individuare da dove proviene la sostanza e infine vanno fatte valutazioni sulle singole persone che sono risultate esposte.
La conferenza di presentazione del lavoro realizzato, nel luglio 2009, è molto partecipata, le istituzioni regionali, provinciali e comunali sono presenti fino alla fine, molto tardi nella serata, assieme a un folto pubblico interessato e preoccupato. Sembrano esserci buone premesse per risultati concreti: ad esempio una commissione di esperti per fare nuovi approfondimenti sullo stato dell’ambiente, per ridurre quanto prima e poi eliminare le fonti inquinanti, mentre si ricontrollano le persone per sapere se l’arsenico nel corpo è organico o inorganico.
Nel 2011 sono stati programmati nuovi controlli del sangue, con particolare riferimento all’arsenico, nell’ambito dello studio CCM Sepias, i cui risultati sono stati pubblicati nel maggio 2014.

Documenti

Partner

SEBIOMAG è coordinato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nell’ambito del programma di assistenza tecnica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – Centro Ambiente e Salute alla Regione Siciliana (Assessorato Territorio e Ambiente, Ufficio Speciale Aree a Rischio), per l’avvio dei piani di risanamento ambientale.
SEBIOMAG si avvale del supporto e della collaborazione del Comune di Gela e dell’Azienda USL n.2.

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