Abbiamo incontrato Andrea Camilleri nel 2007 nella sua casa romana per raccontargli gli studi che stavamo conducendo a Gela (Fela nelle sue storie di Montalbano), facilitati dalla figlia Betta, da Riccardo Iacona e dall’allora Sindaco di Gela, Rosario Crocetta. Da qualche mese c’era stata la puntata di W l’Italia “Inquinati” (Gela, 24 Luglio 2007) e così il caso dei nati con malformazioni congenite aveva avuto risalto nazionale.
L’incontro a casa Camilleri è indimenticabile. Il maestro ci chiese cosa facevamo e io raccontai gli studi sulle malformazioni congenite che avevano dato gambe numeriche alle tante segnalazioni che erano state sollevate da pediatri locali e dalle famiglie colpite, Liliana raccontò lo studio di biomonitoraggio umano con misure di metalli in sangue e urine e somministrazione di questionari.
Ci chiese dei nostri incontri con le persone, ci chiese degli operai e della loro salute, e poi dei sindacati e di cosa pensavamo del rapporto tra lavoro, ambiente e salute, tema sul quale il nostro pensiero coincise.
La voglia di sapere di Camilleri era inarrestabile e noi rispondevamo alle domande, ma ad un certo punto iniziò lui a raccontare storie dei luoghi e delle persone, soprattutto prima dell’industrializzazione di Gela, quando la terra non era contaminata. Pensava soprattutto alla terra, come risorsa da non inquinare ma che invece era stata inquinata, e ci raccontò la storia di un contadino che per scegliere dove piantare assaggiava la terra, che evidentemente era buona, e ogni diverso sapore corrispondeva a diversi ortaggi e legumi che avrebbero trovato il giusto alimento.
Ci meravigliammo del lungo tempo a noi dedicato, concludemmo col nostro impegno a inviargli materiali e soprattutto i risultati dello studio, cosa che facemmo. La strada che si apriva era difficile, rinunciare a ciò che era stato pensato come sviluppo, ridisegnare il futuro pensando al passato, questo era già nel pensiero di Andrea Camilleri: i suoi occhi e le sue parole curiose ci accompagnano ancora, quando dobbiamo spiegare e farci capire, quando capiamo che la posta i gioco è ben oltre il nostro destino.
Fabrizio Bianchi e Liliana Cori