La Rete ERA-ENVHEALTH ha operato dal 2008 al 2012 come una delle reti di enti di ricerca finanziate nell’ambito del Settimo programma quadro di ricerca dell’Unione Europea, FP7. L’obiettivo principale è stato quello di finanziare progetti su ambiente e salute che fossero complementari a quelli dell’FP7, produrre strumenti utili ai decisori politici nel campo di ambiente e salute e tenere viva una discussione a livello europeo.
Concluso il periodo di operatività la rete continua ad operare su base volontaria, disseminando informazioni e promuovendo progetti congiunti.
L’Unità di ricerca epidemiologia ambientale e registri di patologia di IFC-CNR rappresenta il CNR, che partecipa alla rete con il Dipartimento “Scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente”, perché ha coordinato il progetto interdipartimentale ambiente e salute PIAS.
I progetti finanziati nel periodo sono stati tre:
Risk assesment of the impact of climate change on Human health and wellbeing
Environmental change and rising doctrends: implications for public health
Assessment of changing conditions, environmental policies, time-activities, exposure and disease
www.acceptedera.eu
I progetti sono descritti nella newsletter del primo semestre 2013 della rete, disponibile su questa pagina.
Tra gli altri risultati di rilievo:
Una banca dati di progetti europei in materia di ambiente e salute
Una mappa delle attività nei diversi paesi su ambiente e salute
Un manualetto per facilitare la comunicazione tra ricercatori e decisori politici: Bridging the Gap between Science and Policy
La rete è aperta a nuove partecipazioni, vedi: Join the network
Descrizione
La Rete ERA-ENVHEALTH è costituita da 16 partner di dieci paesi europei. Si tratta di istituzioni che finanziano progetti di ricerca su ambiente e salute. Dal 2008 al 2012 hanno lavorato assieme grazie al finanziamento di un progetto ERA NET dell’Unione Europea (FP7-ENV-2007_CSA-1.2.3-01, Grant Agreement 219 337), condividendo le in materia di ambiente e salute, finanziando progetti su ambiente e salute nei paesi aderenti, che si sono aggiunti a quelli promossi dalla UE. Dal 2013 la rete continua ad operare su base volontaria, nella convinzione che la collaborazione è indispensabile per aumentare l’efficienza e l’utilizzo della ricerca in Europa.
Attività
La rete ERA-ENVHEALTH ha finanziato progetti di ricerca su ambiente e salute in due fasi del suo percorso:
Con la call del marzo 2008 sono stati finanziati due progetti:
Risk assesment of the impact of climate change on Human health and wellbeing e Environmental change and rising doctrends: implications for public health (ENHanCE) Con la seconda, nel gennaio 2012 è stato finanziato il progetto ACCEPTED: Assessment of changing conditions, environmental policies, time-activities, exposure and disease.
Tra le attività principali del progetto ERA ENV-HEALTH.
RETE DI ESPERTI
La costruzione di una rete di esperti che mantengono attiva l’attenzione sul tema ambiente e salute, anche grazie ad un data base di esperti. Una mappa delle Istituzioni che si occupano di ambiente e salute.
BRINGING THE GAP BETWEEN SCIENCE AND POLICY
Nell’evoluzione delle attività della Rete ERA-ENVHEALTH la questione relativa al binomio “scienza-politica” è emersa come tema di centrale rilievo. Infatti, nonostante il ruolo della ricerca scientifica appaia fondamentale nella definizione delle politiche pubbliche, in particolare quando riguarda ambiente e salute, il processo di trasferimento delle conoscenze ai decisori e la loro traduzione nelle politiche concrete presenta criticità rilevanti.
Per questo si è deciso di dedicare una linea di attività alla questione: Bridging the Gap between Science and Policy (vedi in documenti) raccoglie ricerche, esperienze, testimonianze a proposito delle dinamiche che intercorrono tra la produzione delle evidenze scientifiche e il loro uso come base delle decisioni politiche.
Il lavoro di ricerca e le discussioni sul tema sono stati affrontati prendendo in considerazione le visioni dei diversi portatori d’interesse: i ricercatori, i decisori pubblici, la cittadinanza, il comparto economico e i cosiddetti knowledge-broker, la figura individuata e promossa in Unione Europea come mediatrice tra il mondo scientifico e i suoi diversi interlocutori.
Tra i temi affrontati: la valutazione delle prove scientifiche, l’integrazione di diversi settori e politiche in termini anche di co-benefici e co-finanziamenti, la traduzione e comunicazione dei risultati della ricerca.
L’ampio tema è stato affrontato affidando il lavoro a tre gruppi della Rete.
Il gruppo belga, afferente al Belgian Science Policy Office – BELSPO, ha esaminato la letteratura scientifica che studia il trasferimento delle conoscenze tra scienza e politica, e analizzato le iniziative dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, e dell’UE finalizzate a migliorare l’inclusione delle prove scientifiche nei processi decisionali. L’analisi è stata completata da una serie di interviste a rappresentanti dei principali gruppi di attori coinvolti nel processo: decisori politici, knowledge-broker e scienziati. L’obiettivo era di intercettare le esigenze informative di carattere scientifico dei decisori politici e individuare le forme di comunicazione più comunemente adottate dai tre gruppi intervistati. Uno dei prodotti di questo lavoro è stata l’individuazione degli ostacoli e dei fattori che facilitano la comunicazione.
Il gruppo di lavoro tedesco, afferente alla Federal Environment Agency – UBA, si è occupato di analizzare la banca dati ERA-ENVHEALTH, contenente una raccolta delle ricerche finanziate a livello europeo su ambiente e salute, allo scopo di verificare quali raccomandazioni politiche siano state incluse nei risultati del progetto di ricerca e quali lezioni si possano trarre dalle stesse.
Il gruppo di lavoro italiano, afferente all’Istituto di Fisiologia Clinica – IFC del Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR, si è occupato dell’analisi di una serie di esperienze di produzione e uso, o mancato uso, delle evidenze scientifiche. Lo scopo è stato quello di analizzare le dinamiche concrete del trasferimento delle conoscenze alla decisione politica e l’identificazione di barriere ed elementi facilitanti, per trarne degli insegnamenti. Il gruppo italiano ha preparato inoltre strumenti finalizzati a facilitare la comprensione degli elementi contestuali e la loro influenza sulle dinamiche analizzate: un quadro dei potenziali flussi d’interazione tra le parti interessate e una lista di azioni che i principali portatori d’interesse possono realizzare per migliorare la relazione tra scienza e politica.
Attraverso la discussione dei casi studio, l’analisi della letteratura e dei risultati delle interviste, l’approfondimento di quanto e come avvenga il doppio passaggio da scienza a politica e da politica a scienza, si è cercato di produrre dei risultati “pronti all’uso”, potenzialmente in grado di facilitare questi processi, durante il meeting di Parigi, i tre gruppi presenteranno il loro lavoro e una check-list per i ricercatori, elaborata allo scopo di supportarli concretamente nel percorso di presentazione, comunicazione e trasferimento dei risultati del loro lavoro ai pubblici decisori.
Documenti
Documenti prodotti dalla rete:
Bridging the Gap between Science and Policy (PDF)
Brochure del progetto (PDF)